Quello tra hotellerie di lusso e arte è uno dei rapporti più controversi del presente: se da una parte esistono hotel che hanno fatto della relazione dei propri spazi con l’arte moderna e contemporanea un tratto distintivo, dal The Conrad di NY al The Dolder Hotel di Zurigo, sono moltissimi gli artisti contemporanei che rabbrividiscono all’idea di una delle loro tele esposta all’interno di una struttura commerciale e non di una tradizionale galleria d’arte.
Per il gruppo The HotelSphere dare un senso personale a questo rapporto è stata una delle sfide più affascinanti dell’ultimo decennio, declinata attraverso due diversi progetti: la campagna di sponsorship tecniche The HotelSphere for the Arts e il progetto di esposizione temporanea The HotelSphere Art Gallery.
The HotelSphere for the Arts nasce da due fortunate collaborazioni storiche: la prima con la Fondazione Teatro Massimo, tempio della lirica siciliana e monumento tra i più magnifici della città, di cui The Hotelsphere è sponsor tecnico sin dal 2007 per la Stagione Opere e Balletti. La seconda è la fortunata serie di mostre Sicilia Under 40, realizzate all’interno della Galleria d’Arte Moderna di Palermo da Ars Mediterranea, nelle quali The Hotelsphere ha dato un fondamentale contributo come hospitality partner.
Forte dell’esperienza di avere associato il proprio brand a quanto di più bello e importante sia prodotto dalla città, il gruppo ha così sistematicamente deciso di indirizzare i propri investimenti marketing non nella ricerca di spazi pubblicitari fini a se stessi, ma impegnandosi attivamente, in qualità di sponsor tecnico, nel sostegno di alcuni tra i più stimolanti eventi del mondo delle arti che abbiamo visto protagonista Palermo.
Tra questo ricordiamo, in una lista non esaustiva, Manifesta12, la biennale itinerante di arte contemporanea, di cui il gruppo è stato hospitality partner la personale Estoy Viva e la performance Raices, entrambe dell’artista guatemalteca Regina José Galindo, organizzate da Ruber Contemporanea, la performance Candidate e la personale All my colors turn to clouds, di Lovett/Codagnone, organizzate da Francesco Pantaleone Arte Contemporanea e dal Coordinamento Palermo Pride, oltre che il ciclo di mostre di arte contemporanea realizzate dal Museo Civico di Castelbuono, che hanno visto alternarsi artisti del calibro di Manfredi Beninati, Carlo e Fabio Ingrassia, Pino Pascali, Salvatore Arancio. Il gruppo è stato inoltre sponsor di varie edizioni del Premio Internazionale Efebo d’Oro, del Festival Porto d’Arte e di innumerevoli eventi letterari della libreria Modusvivendi, alla presenza di scrittori come Peter Cameron, Jumpa Lahiri, Jami Attemberg, Jenny Offill, Diego de Silva, Erri de Luca, Stefano Benni.
Gli hotel hanno anche dedicato tanto le loro aree comuni quanto le camere al progetto The HotelSphere Art Gallery, nel corso del quale opere dei più prominenti artisti contemporanei sono stati in mostra nelle camera e negli ambienti comuni, con l’intento di creare una relazione più intima e immediata con le opere, fuori dalle rigidità formali degli spazi espositivi. Alcuni artisti fanno parte della collezione permanente delle strutture, mentre altri sono stati esposti per un periodo limitato nel corso delle loro mostre personali e collettive in città. Tra gli artisti che hanno esposto all’interno delle due strutture ricordiamo Daniela Balsamo, Manfredi Beninati, Davide Bramante, Desideria Burgio, Simona Cavaglieri, Luigi Citarrella, Fulvio di Piazza, Francesco Lauretta, Rori Palazzo, Laboratorio Saccardi, Francesco Simeti, William Marc Zanghi.
Gli hotel del gruppo sono stati inoltre sede di alcune mostre site specific come La Traccia dei Sogni di Brea Souders e Aura di Simona Cavaglieri, e dell’azione artistica di Desideria Burgio Tell me what you think (About Palermo), nel corso della quale per tre mesi gli ospiti dell’hotel hanno ricevuto in dono una cartolina realizzata a partire da una di quattro immagini oniriche di Palermo scattate dall’artista, con la promessa di imbucarla in hotel o spedirla dalla propria città natale per raccontare all’artista ciò che pensavano della città che avevano visitato.